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COME SCRIVERE UNA TESI DI LAUREA
La tesi di laurea è l’ultimo baluardo per terminare il lungo percorso di studi. Spesso però si presenta a noi come l’Everest: la montagna più alta al mondo da scalare. I motivi sono diversi, siete stremati dalle fatiche degli ultimi esami, scarsa motivazione e soprattutto una vaga idea su cosa è e come si elabora una tesi. D’altronde è molto probabile che, nonostante tutti gli anni dedicati allo studio sin dal primo giorno di scuola, non abbiate mai scritto una tesi ben strutturata. Questo articolo non svela trucchi o espedienti per superare agilmente l’ostacolo, si sa che dietro una grande opera c’è sempre un duro lavoro, ma pone l’attenzione su alcuni dettagli e fa chiarezza sul concetto di tesi. Se siete interessati a capire come si elabora e si scrive una tesi di laurea continuate a leggere i vari punti.

PREMESSA
La tesi è un lavoro personale, una sintesi di tutto il tuo percorso di studi universitario e potrebbe dimostrarsi in futuro anche un efficace strumento per trovare il posto di lavoro desiderato, perciò nella scelta dell’argomento da analizzare è fondamentale comprendere i motivi della nostra decisione, le competenze necessarie per svolgere il lavoro e non guasterebbe avere un buon rapporto personale con il relatore competente la materia selezionata.

COS’È UNA TESI DI LAUREA
Stabilito l’argomento, la tesi è un’insieme di proposizioni che costruiscono un percorso logico-cognitivo intorno ad un problema, si inizia da una serie di idee “ipotesi” e si arriva alla fine a trarre delle conclusioni che dimostrano o meno la veridicità delle ipotesi di partenza.
Quindi come si procede in concreto?

DEFINIAMO LA DOMANDA DI RICERCA:
Quale materia vogliamo studiare?
Il fenomeno oggetto di studio è interessante?
La nostra ricerca risolve un problema specifico?
Quali risultati ci attendiamo dalla nostra analisi?

IN BASE ALLO SCOPO DISTINGUIAMO VARI TIPI DI RICERCA E NE SCEGLIAMO UNO:
Vogliamo descrivere un fenomeno, quindi procederemo a individuare, classificare e ordinare i fenomeni osservati.
Vogliamo spiegare i meccanismi e le relazioni che legano fenomeni diversi.
Vogliamo generalizzare e costruire un modello teorico di regole e condizioni universali ed estendibili ad altri contesti sulla base dei fenomeni concreti osservati.
Vogliamo effettuare una previsione sullo sviluppo futuro dei fenomeni oggetto di studio.

COSTRUIAMO UN PROGETTO DI RICERCA (FACOLTATIVO MA MOLTO UTILE):
Essenziale è verificare la fattibilità della tesi in base alle risorse disponibili in termini di denaro, tempo, competenze, accesso alle informazioni. Tutti vogliamo fare una buona impressione affrontando temi rilevanti e magari proponendo tesi sperimentali alla commissione, ma prima di imbatterci in una mission impossible è bene essere realisti e considerare tutte le difficoltà nell’accesso ai dati, le nostre capacità nello svolgere esperimenti, tempo e competenze nell’elaborare il materiale di studio. Siamo tutti numeri 10 e supereroi però certe volte avere i piedi per terra aiuta a non diventare pazzi.
Stilando il progetto è importante individuare e organizzare le soluzioni metodologiche più adatte alla nostra ricerca. Evidenziare come affronteremo il problema e quali tecniche utilizzeremo per l’analisi. Costruire il modello interpretativo che dalle ipotesi giunge alle conclusioni. Riflettere infine sulle conclusioni attese e sugli aspetti che saranno trascurati. Discutendo in lingua universitese sembra tutto molto impegnativo, effettivamente un progetto non è altro che una sintesi dei vari punti che compongono una tesi:
Riassunto della tesi utile a non perdere l’orientamento e a non uscire fuori traccia
Analisi dello stato dell’arte cioè l’insieme della letteratura e delle conoscenze relative al problema oggetto di studio
La bibliografia utilizzata, acquisita attraverso libri o strumenti informatici deve sempre essere di comprovata autorevolezza, di valore scientifico e almeno di origine universitaria
Metodologia cioè come si svolgerà la ricerca
Risorse necessarie alla ricerca
Caratteri di innovazione della ricerca
Obiettivi perseguiti e risultati attesi

COSA SCRIVERE IN UNA TESI DI LAUREA?
Il contenuto di una tesi dovrebbe essere pregnante, conciso ed esaustivo. Si compone di una parte descrittiva dello stato dell’arte e del fenomeno oggetto di studio e preferibilmente anche di una parte cosiddetta sperimentale in cui è esposta la dimostrazione empirica.
Potenzialmente può essere riportato tutto il necessario per sostenere e dimostrare la propria tesi, risulta vitale evitare di cadere in opinioni personali che non si è in grado di dimostrare col dato empirico o non derivante da una valutazione critica e logica della letteratura. Sarà sempre corretto rielaborare teorie, pareri, modelli interpretativi provenienti dalla letteratura (di cui deve essere sempre citata la fonte nelle note e in bibliografia). Indicare dati e informazioni (citando la fonte). Esprimere riflessioni personali tratte dallo studio della letteratura se integrano con aspetti rilevanti o chiarisco il filo logico del discorso. Illustrare le aspettative e le proprie chiavi di lettura nell’interpretazione dei dati estrapolati dall’analisi empirica del fenomeno, mantenendo coerenza e logica.

L’ARTE ZEN DEL COPIA E INCOLLA!
Sfatiamo miti e leggende, alla stesura della prima tesi nessuno si chiama Albert Einstein o Umberto Eco, perciò la tecnica del copia e incolla è molto utile per superare il blocco dello scrittore, l’importante è usare sempre senso critico e intelligenza. Nella prima stesura della tesi copiare parti del testo tratte dalla bibliografia permette di acquisire inoltre il lessico tecnico specifico della materia studiata.
Il consiglio è quello di leggere un numero ridotto di testi (contributi, libri, articoli scientifici o di settore); copiare le parti più interessanti che esprimono più fedelmente le idee e i concetti impressi nella propria mente. Fondamentale annotare il libro e le pagina dei periodi copiati per il successivo lavoro di citazione. Mettere in ordine tutto il materiale e parafrasare il testo, cioè elaborare il contenuto a parole proprie mantenendo il filo logico e un linguaggio tecnico.
Non dovete mai dimenticare di inserire tra virgolette tutte le citazioni riportate fedelmente. Usatele con parsimonia e solo se non è possibile esprimere il concetto in maniera sintetica ed efficace a parole proprie.

RILETTURA DELLA STESURA SEMI-DEFINITIVA
Alla fine del proprio lavoro arriva il momento del controllo del testo. Una pratica vantaggiosa è far rileggere il documento da una persona indipendente, che non ha collaborato all’elaborazione, con poca conoscenza dell’oggetto di studio ma sufficientemente esperto della materia. Infatti questo permette di superare l’insidia della lettura mnemonica. Rileggendo personalmente l’elaborato, automaticamente il proprio cervello ripercorre il ricordo di quanto scritto precedentemente senza porre attenzione al dettaglio. Avendo letto troppe stesure del documento, anche il relatore risulta essere troppo coinvolto. Una persona esterna può quindi esprimere un’opinione sui contenuti, sulla completezza, sulla chiarezza dell’esposizione e individuare l’errore invisibile.

STRUTTURA DELLA TESI:

  • L’INDICE (da scrivere insieme al progetto di ricerca) è l’elenco di tutti i titoli corrispondenti ai capitoli e sottocapitoli secondo cui è suddiviso l’elaborato. Traccia un filo logico di lettura.
  • L’INTRODUZIONE esprime il sunto della tesi e si scrive a fine lavoro, può derivare direttamente dal riassunto redatto nella fase del progetto di ricerca. Ha una lunghezza orientativa di 4-5 pagine. Deve descrivere il lavoro svolto in maniera chiara ed esaustiva, indicando lo stato dell’arte, il metodo di analisi, l’oggetto di studio, il carattere innovativo della tesi e la suddivisione successiva del lavoro.
  • L’ABSTRACT (15 righe massimo) è una sintesi dell’elaborato che descrive brevemente l’oggetto dello studio e i metodi di ricerca.
  • I CAPITOLI INTRODUTTIVI (1-2 capitoli) rappresentano una rielaborazione della letteratura specifica dell’argomento trattato. Deve essere riportato lo stato dell’arte, il contesto di riferimento, i dati, le teorie, deve essere identificato e descritto il problema oggetto d’analisi, l’interesse applicativo nei confronti del problema, le precedenti ricerche intorno al medesimo quesito.
  • I CAPITOLI DEDICATI AL LAVORO (1-2 capitoli) sono il fulcro della ricerca. Una volta premessa tutta la letteratura precedente, si procede ad un’analisi del fenomeno secondo il proprio punto di vista (sempre avvalorato dai propri studi) e in base ai dati raccolti attraverso le esperienze empiriche. Si segue un filo logico che prevede:
    Esplicitazione delle ipotesi
    Descrizione del progetto per fasi
    Individuazione delle risorse necessarie
    Evidenziazione dei caratteri innovativi
    Definizione degli obiettivi
    Esposizione del lavoro svolto
    Confronto tra i risultati attesi e quelli ottenuti dall’indagine sulla letteratura o attraverso sperimentazione
  • LA CONCLUSIONE (6-8 pagine) illustra il bilancio finale del lavoro svolto. Riprende l’introduzione indicando l’oggetto dello studio, gli obiettivi perseguiti e le aspettative. Procede poi col descrivere i risultati ottenuti, evidenziando cosa si è fatto e cosa rimane da studiare, se gli obiettivi sono stati soddisfatti e in che misura, se le aspettative corrispondono alla realtà derivante dallo studio svolto. Infine si pone attenzione ai dati che suscitano più interesse e agli aspetti del problema ignorati o meritevoli di maggior analisi.
  • LA BIBLIOGRAFIA
  • LE APPENDICI sono una parte della tesi di laurea formulate a propria discrezione e fanno riferimento a tabelle, materiale illustrativo, interviste che integrano il contenuto del corpo della tesi.

ASPETTI TECNICI
L’elaborato deve essere conforme alle regole di ortografia, di grammatica e di sintassi della lingua di scrittura.
Lo stile chiaro e conciso aiuta la lettura e la comprensione del testo. Evitare quindi periodi troppo lunghi e ricchi di subordinate. Preferire un discorso con frasi attive e un tempo verbale uniforme perlopiù la presente. Utilizzare sempre i soggetti impersonali (idee, concetti, grafici, figure, procedure, dati).
Ogni capitolo è delimitato all’inizio da un’introduzione e alla fine da una conclusione, entrambe inerenti lo specifico argomento trattato nel capitolo.
La tesi deve essere suddivisa in capitoli, sottocapitoli, paragrafi e sottoparagrafi.
L’impaginazione si differenzia in base alle richieste esplicite del relatore ma qui proviamo a dare delle indicazioni più o meno consuete:
Sono consigliate font classiche e ben leggibili (Times New Roman, Garamond, Verdana o Arial).
Impostare la dimensione font per il corpo del testo a 12 o 13 punti.
Impostare la dimensione font per i titoli da 14 a 16 punti ed è possibile utilizzare il grassetto.
Impostare la dimensione font per le citazioni e le note a solitamente 10 punti.
Usare in modo parsimonioso il corsivo, il grassetto e l’evidenziazione delle parole nel corpo del testo, in quanto l’uso spropositato causerebbe l’effetto opposto di confusione durante la lettura.
Definire i margini del documento secondo una misura fissa (di solito 3 cm) per sopra, sotto sinistra e destra della pagina. In alternativa è possibile definire il margine interno del foglio con (+0,5 cm) in modo da migliorare la rilegatura del documento. Per impostare il margine interno variabile è necessario utilizzare l’opzione “pagine affiancate nel menu di impostazione di pagina”.
Volendo numerare le pagine inserendo numeri dispari a destra e pari a sinistra è necessario utilizzare sempre l’opzione “pagine affiancate nel menu di impostazione di pagina”.
Impostare l’interlinea (distanza tra le righe) per il corpo del testo a 1,5. In questo caso si ottengono pagine con 30-35 righe per pagina.
Impostare l’interlinea dell’indice a singola, questo perché è preferibile che l’indice sia contenuto in un unica pagina.
L’opzione crea indice permette di impaginare l’indice in modo automatico. In alternativa costruire una tabella a tre colonne e con un numero di righe adeguato per inserire tutte le voci dell’indice. I bordi dell’indice devono essere bianchi per risultare invisibili alla vista. Nella prima colonna inserire la denominazione del capitolo, nella seconda colonna lasciare lo spazio inutilizzato e nella terza colonna riportare la pagina corrispondente ad ogni titolo.
Un capitolo è composto generalmente da massimo 25 pagine.
La tesi di laurea specialistica o di vecchio ordinamento non supera generalmente 200 pagine. Considera comunque che ogni relatore ha i suoi parametri, che la corposità del testo dipende anche dalla natura dello studio svolto.
I titoli dei capitoli e dei paragrafi devono essere numerati e riportati nell’indice.
Le fonti devono essere citate seguendo il metodo americano oppure in forma estesa:
Regole generali:
Tutte le citazioni letterali devono essere riportate inderogabilmente tra virgolette.
Se all’interno di una citazione letterale si apportano delle modifiche è importante evidenziare il fatto ponendo le parole modificate o aggiunte tra parentesi.
Se la citazione letterale è una parte del discorso di un periodo più ampio deve essere evidenziata la parte mancante del discorso inserendo l’espressione simbolica ⦍…⦎ a sostituzione del testo.
Se il periodo citato è particolarmente lungo è buona consuetudine evidenziare meglio la citazione separandola dal testo con una riga vuota o anche con il rientro del margine sinistro.
Regole per citare all’americana: nel citare gli autori utilizzando il metodo all’americana si indica tra parentesi il nome dell’autore, l’anno di pubblicazione del documento. Una citazione estesa del documento da cui è tratto il periodo deve essere sempre riportata nella bibliografia.
Se l’autore è più di uno, è possibile indicare solo il principale degli autori e far seguire l’abbreviazione “et al.” (dal latino et alii, tradotto e altri).
In caso di citazione letterale bisogna riportare anche il numero di pagina nei riferimenti tra parentesi.
Regole per citare con note a pié di pagina: Inserendo le citazioni nelle note a pié di pagina, si procede a esporre la citazione in forma estesa come previsto per la bibliografia.
L’indicazione dei volumi citati si esegue riportando: AUTORE (NOME PUNTATO E COGNOME ESTESO), TITOLO (in corsivo), CASA EDITRICE, LUOGO DELLA CASA EDITRICE, ANNO DI PUBBLICAZIONE, PAGINE (p. per una) OPPURE (pp. per più pagine) (indicate singolarmente le pagine sono divise da virgola, mentre indicate in gruppo si inserisce la prima pagina e l’ultima pagina citata compresa divise da un trattino).
L’indicazione di un articolo pubblicato in una rivista scientifica o di settore si effettua riportando: AUTORE (NOME PUNTATO E COGNOME ESTESO), TITOLO DELL’ARTICOLO (tra virgolette), TITOLO DELLA RIVISTA (in corsivo), VOLUME (vol.), NUMERO (no.), LUOGO DI PUBBLICAZIONE, MESE E ANNO DI PUBBLICAZIONE, PAGINE (p. per una) OPPURE (pp. per più pagine) (indicate singolarmente e divise da virgola) (indicate in gruppo riportando la prima pagina poi trattino e dopo l’ultima pagina citata compresa).
In generale nelle note può essere aggiunto un commento integrativo che per non appesantire il corpo del testo è posto nel pié di pagina. Se si effettua la citazione estesa delle fonti è importante ricordare che si da precedenza ai riferimenti della citazione e poi ai commenti integrativi.
La citazione di fonti di seconda mano serve a indicare fonti citate da altri autori di cui non abbiamo diretta reperibilità. Per consuetudine si indica per esteso prima la fonte di nostro interesse non disponibile; in seguito si cita la fonte a nostra disposizione da cui si è effettivamente estrapolato il concetto. Quest’ultima citazione deve essere chiusa tra parentesi e preceduta dalla dicitura “citato da”.
Due sistemi di misura sono riconosciuti, quello italiano e quello anglosassone, è importante non mischiarli nella stesura della tesi:
Sistema italiano: DECIMALI (,) MENTRE MIGLIAIA (.).
Sistema anglosassone: DECIMALI (.) MENTRE MIGLIAIA (,).
Arrotondare ad un massimo di due cifre decimali se per finalità empiriche non è richiesta maggiore precisione.
I grafici e le tabelle che si susseguono nel testo devono essere catalogati in modo corretto:
Si deve sempre numerare indicando il numero del capitolo e il numero progressivo della tabella o del grafico all’interno del capitolo stesso.
Si deve sempre denominare il grafico o la tabella con un titolo.
Si possono modificare font e grandezza dei caratteri per evidenziare il contenuto rispetto al testo.
Si deve citare la fonte sotto il grafico o la tabella.
Si deve fare riferimento al grafico o alla tabella nel corpo del testo indicando il numero e il titolo.
Gli elenchi puntati rappresentano un modo sintetico ed ordinato di esporre le caratteristiche dell’oggetto del discorso. Non vi sono regole particolari per la loro illustrazione eppure alcune accortezze riflettono una certa eleganza nella formulazione:
Iniziare sempre il punto con la medesima parte grammaticale del discorso, nel senso iniziare sempre con un verbo o un aggettivo o un sostantivo.
Iniziare sempre un punto con la lettera maiuscola se al termine della frase si conclude con un punto a capo oppure si va a capo senza punteggiatura.
Iniziare sempre con lettera minuscola se si termina la frase con un punto e virgola.
Dividera l’elenco puntato con una riga vuota all’inizio e alla fine del corpo del testo se il medesimo elenco è molto lungo e articolato.
Non iniziare mai un paragrafo o un capitolo con un elenco puntato ma ricordare sempre di iniziare con un’introduzione e una spiegazione dell’oggetto dell’elenco.
La Bibliografia contiene l’elenco alfabetico dei testi scientifici e di settore citati, di norma è divisa dalla sitografia per questione di ordine. Per impaginare la bibliografia può essere impostata un’interlinea singola e il rientro per il testo a capo. Segue la citazione estesa delle fonti simile a quella delle note a pié di pagina:
L’indicazione dei volumi citati si esegue riportando: AUTORE (NOME PUNTATO E COGNOME ESTESO), TITOLO (in corsivo), CASA EDITRICE, LUOGO DELLA CASA EDITRICE, ANNO DI PUBBLICAZIONE, PAGINE (p. per una) OPPURE (pp. per più pagine) (indicate singolarmente le pagine sono divise da virgola, mentre indicate in gruppo si inserisce la prima pagina e l’ultima pagina citata compresa divise da un trattino).
L’indicazione di un articolo pubblicato in una rivista scientifica o di settore si effettua riportando: AUTORE (NOME PUNTATO E COGNOME ESTESO), TITOLO DELL’ARTICOLO (tra virgolette), TITOLO DELLA RIVISTA (in corsivo), VOLUME (vol.), NUMERO (no.), LUOGO DI PUBBLICAZIONE, MESE E ANNO DI PUBBLICAZIONE, PAGINE (p. per una) OPPURE (pp. per più pagine) (indicate singolarmente e divise da virgola) (indicate in gruppo riportando la prima pagina poi trattino e dopo l’ultima pagina citata compresa).
La sitografia indica le fonti citate e consultate attraverso il supporto informatico. In questo caso porre molta attenzione a consultare solo siti istituzionali, di cui risulta certa la provenienza e l’affidabilità. La citazione deve contenere la URL del sito, il titolo del documento letto e la data di consultazione.

CONCLUSIONI
Dopo aver esposto tutte le regole e le consuetudini per scrivere in modo corretto una tesi di laurea mi è venuto un gran mal di mare! Chiedete sempre al vostro relatore la sua opinione relativamente l’impaginazione della tesi. Attenzione ai contenuti, ma buttate giù ogni idea che avete in testa, consiglio di non separarvi mai dal vostro taccuino dove riportare il risultato di ogni brain storming inerente il lavoro. Pazienza, dedizione, precisione e motivazione saranno vostre alleate per completare la scalata. Comunicate molto col vostro relatore nello sviluppo del lavoro, siate quasi assillanti, è importante che sia informato di ogni novità in modo da indirizzare il vostro lavoro tempestivamente, risparmiando tempo e risorse. Rimando ad ulteriori approfondimenti temi importanti come la corretta punteggiatura, le regole auree per la parafrasi e gli strumenti di ricerca delle fonti attraverso il web. Ho provveduto a fornire un elenco di tutti gli aspetti essenziali per la redazione di una tesi di laurea ma il punto fondamentale rimane la domanda di ricerca e la fattibilità della ricerca. Argomenti attuali, problemi specifici, tecnologia e analisi innovativa cattureranno sempre l’attenzione del pubblico e della commissione. Il vero limite al lavoro si dimostra essere l’accessibilità alle informazioni e le risorse necessarie per acquisirle. Iniziare ad elaborare una tesi per la quale sono necessari dati coperti da segreto industriale o è indispensabile viaggiare per prendere possesso di determinate informazioni potrebbe dimostrarsi una strada ardua. Il confronto con un tutor, un esperto, il relatore o un insegnante competente rappresenta un modo risoluto di far chiarezza.

2 Comments

  • Visco ha detto:

    Buongiorno. Sono studente magistrale. Dovrei continuare a elaborare il progetto della tesi magistrale. E’ stato già deciso l’elenco dei libri principali da utilizzare per la tesi, insieme al relatore, oltre che quelli già proposti da me. Vorrei sapere: siccome ho una mole di lavoro elevata, dovrei iniziare a leggere tutti i testi e trarre un filo conduttore da inserire poi in un primo elenco provvisorio dei capitoli. Quindi prima leggere, e poi provare una prima selezione dei concetti storici-politici da inserire. Voi potreste aiutarmi in questa prima fase? Vi occupate di tesi magistrali? Con quali prezzi? Come usate procedere? Ripeto, solo durante la fase iniziale, avrei bisogno di una mano per alleviare la mole di lavoro. Target: giugno 2019, per questa prima fase, discutere, appuntare gli argomenti pertinenti al titolo tesi (che hanno un filo comune), e poi solo dopo cominciare a scrivere prima l’elenco argomenti (capitoli) e poi dopo scrivere i contenuti (per mano mia).

    • ALBERTO ha detto:

      Buongiorno, la vorrei invitare a compilare il form di contatto al link di seguito: https://meditatesi.it/contatti/. Compili tutti i campi in modo tale da fornirci un quadro più completo del suo lavoro. Noi forniamo una guida a 360° al fine di collaborare attivamente con lo studente ed assisterlo nella stesura della tesi. A seguito del completamento del form, saremo lieti di inviarle tutte le informazioni o stabilire un orario per una chiamata conoscitiva. Le auguro una buona giornata.

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